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lunedì 16 giugno 2014

FERMATO IL PRESUNTO ASSASSINO DI YARA: SI TRATTEREBBE DI UN OPERAIO INCENSURATO.

Individuato e fermato il presunto assassino di Yara Gambirasio. E' un operaio 44enne del famoso cantiere di Mapello, originario di Clusone. Sposato, tre figli ed una sorella gemella. Si chiama Massimo Giuseppe Bossetti e si avvalso della facoltà di non rispondere.

martedì 30 aprile 2013

GOVERNO LETTA: GIA' I MAL DI PANCIA

Larga fiducia anche dal Senato per il Governo Letta, 233 si - 59 no - 18 astenuti. Già mal di pancia per il Presidente del Consiglio. L'infido batterio si chiama IMU. I Ministri Franceschini e Delrio dichiarano che per giugno verrà sospesa e che già il governo è all'opera per una rimodulazione. Gasparri in una intervista avverte: " se via IMU .. via Letta ". I soliti bene informati affermano che l'Enrico Nazionale nel suo viaggio dalla Angela Dorothea Merkel, nata Angela Dorothea Kasner (Amburgo, 17 luglio 1954) nel proprio bagaglio a mano abbia portato flacconcini di enterogermina.

mercoledì 24 aprile 2013

LA VIA DI NAPOLITANO E' LETTA

Enrico Letta è premier. Dichiara che sarà una amministrazione di servizio al Paese ma non un governo a tutti i costi. Ministro per le Politiche Comunitarie del Governo D'Alema I, all'epoca di questa nomina è il più giovane Ministro della storia della Repubblica. Successivamente è Ministro dell'Industria dei Governi D'Alema II ed Amato II, europarlamentare nel gruppo Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa (seppure per soli due anni), e poi sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Prodi II. Attualmente ricopre la carica di deputato alla Camera nel Partito Democratico, di cui è stato vicesegretario nazionale dal 2009 al 2013. Laureato in Scienze politiche (indirizzo politico-internazionale) all'Università di Pisa, ha conseguito il perfezionamento (equivalente al dottorato di ricerca, in base alla legge N. 41/1987) in Diritto delle comunità europee presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. È stato presidente dei Giovani democristiani europei (1991-1995), segretario generale del Comitato Euro del Ministero del Tesoro (1996-1997), vicesegretario nazionale del Partito Popolare Italiano (1997-1998), Ministro delle Politiche comunitarie (1998-1999), Ministro dell'Industria (1999-2001), responsabile nazionale per l'economia della Margherita dal 2001. Alle elezioni europee del 2004 è stato eletto parlamentare europeo per la lista di Uniti nell'Ulivo nella circoscrizione nord-est, ricevendo 176 mila preferenze. Iscritto al gruppo parlamentare dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa, è stato membro della Commissione per i problemi economici e monetari; della Commissione temporanea sulle sfide e i mezzi finanziari dell'Unione allargata nel periodo 2007-2013; Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo (compresa la Libia). Nel 2006, viene nominato Segretario del Consiglio dei ministri del Governo Prodi, succedendo allo zio Gianni Letta e abbandona l'incarico europeo per accettare quello di deputato nazionale. L'8 maggio 2008 restituisce l'incarico di Segretario del Consiglio allo zio Gianni Letta a causa della caduta del Governo Prodi e della successiva elezione a Presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi. È segretario generale dell'Arel - Agenzia di Ricerche e Legislazione fondata da Nino Andreatta; fondatore delle associazioni Trecentosessanta e VeDrò[2]. È inoltre membro del comitato europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller [3]. Nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg presso Chantilly, Virginia, USA. [4] È anche membro[5] del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia, un'organizzazione americana finanziata anche dalla Rockefeller Brothers Fund, che si pone come obiettivo quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo. È sposato in seconde nozze con la giornalista Gianna Fregonara e ha tre figli. Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riunisce i leader delle componenti del futuro PD. Il 24 luglio 2007 annuncia la sua candidatura alle primarie per la segreteria del PD,[6] tramite un video su YouTube.[7] In seguito ha dichiarato: « Vorrei fare in modo che il nuovo partito sia costruito un po' come l'enciclopedia Wikipedia, un po' come un quadro di Van Gogh. Come accade con Wikipedia, anche nel Pd ognuno delle centinaia di migliaia di partecipanti deve portare il proprio contributo, le proprie competenze, che in certi campi sono di sicuro maggiori delle mie e di quelle dei leader del centrosinistra. E, come i quadri di Van Gogh, il nuovo partito deve avere tinte forti: un giallo che sia giallo, un blu che sia blu. » (Enrico Letta) La sua candidatura raccoglie il sostegno di varie personalità e gruppi del centrosinistra: Personalità politiche quali l'ex ministro delle politiche agricole Paolo De Castro,[8] Davide Corritore,[9] l'europarlamentare Gianni Pittella, l'ex presidente della Commissione esteri della Camera Umberto Ranieri,[10] entrambi DS, l'ex-sottosegretario agli interni Giannicola Sinisi (Margherita). Amministratori locali come il presidente della regione Basilicata Vito De Filippo, il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, il Presidente della Provincia Trento Lorenzo Dellai.[11] Il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. L'associazione Innovatori Europei.[12] Tra le principali proposte di legge che ha presentato nella legislatura cominciata nel 2008 quella sull'abolizione dei vitalizi dei parlamentari Primo firmatario, insieme all'amico On. Guglielmo Vaccaro, della Legge 238/2010 Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia rientrante nel progetto COntroesodo - Talenti in movimento. Nell'estate del 2011 ha partecipato al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.[15] L'8 gennaio 2013 la direzione nazionale del PD candida Letta alla Camera dei Deputati come capolista della lista PD nella circoscrizione Marche e Campania II in vista delle Elezioni politiche italiane del 2013[16]. A marzo, in seguito alle Elezioni, insieme a molti altri colleghi del Parlamento, aderisce al progetto "Riparte il futuro" firmando la petizione che ha lo scopo di revisionare la legge anti-corruzione modificando la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare.[17] Il 20 aprile 2013, contestualmente alla resa effettiva delle dimissioni del segretario Bersani per l'esito fallimentare delle candidature a Presidente della Repubblica di Franco Marini e Romano Prodi, tutta la segreteria del PD, e quindi anche il vicesegretario Letta, rassegna le dimissioni dai propri incarichi nel partito. Nel gennaio 2012 Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, è iscritto nel registro degli indagati per aver sottratto, secondo la procura di Roma, ingenti somme di denaro dalle casse del partito. Lusi ha poi sostenuto che parte di tali soldi sono andati a diversi appartenenti al partito, tra cui Enrico Letta[18] Il 24 aprile 2013 Letta è incaricato dal Presidente Napolitano di formare un nuovo governo. Letta si riserva di accettare.

sabato 20 aprile 2013

NAPOLITANO SALVA L'ITALIA!

INVITIAMO IL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO AD ACCETTARE LA RICANDITATURA COLLEGANDOCI AL SITO DEL QUIRINALE https://servizi.quirinale.it/webmail/INVIANDOGLI UNA EMAIL

sabato 23 marzo 2013

Napolitano: testo incarico a Bersani

Si apre oggi una fase decisiva per dare all’Italia un nuovo governo sulla base dei risultati elettorali: l’incarico che sto per dare costituisce il primo passo del cammino che dovrà condurci al più presto al raggiungimento dell’obbiettivo. Dico “al più presto”, perché il paese è premuto da problemi che esigono la nascita di un esecutivo e l’avvio di una normale e piena attività legislativa, al di là dei provvedimenti urgenti che il governo dimissionario riterrà di adottare ed è in grado di adottare. Ma reagisco a certe affermazioni che si ascoltano nel dibattito pubblico, infondatamente polemiche per il tempo che stanno prendendo gli adempimenti post-elettorali: non è ancora trascorso un mese dalle elezioni del 24 febbraio, da una settimana si sono insediate le nuove Camere, e mi complimento per il fatto che da ieri si sono definiti i rispettivi Uffici di Presidenza, significativamente rappresentativi di tutte le componenti politiche. Nella fase che ora si apre occorre procedere senza sterili lungaggini ma con grande ponderazione ed equilibrio. A chi se la prende con le presunte lentezze italiane, segnalo che nei due paesi di democrazia parlamentare in cui si sono svolte delicate consultazioni elettorali tra l’autunno scorso e l’inizio di quest’anno, sono occorsi, per la formazione dei nuovi governi, circa due mesi, in Olanda 54 giorni e in Israele 55 giorni. L’essenziale è mostrare a noi stessi, all’Europa e alla comunità internazionale quanto apprezziamo e coltiviamo il valore della stabilità istituzionale, non minore di quello della stabilità finanziaria : da entrambi dipende il grado di affidabilità del nostro paese. L’Italia deve darsi un governo operante nella pienezza dei suoi poteri; occorre assicurare la vitalità e fecondità della nuova legislatura, del nuovo Parlamento. È così che possiamo contribuire anche al consolidamento delle istituzioni europee, del loro impegno e del loro ruolo in un periodo così difficile e decisivo per il nostro comune futuro : ci assumeremmo altrimenti una grave responsabilità, tradiremmo le attese che ci sono state manifestate anche nei giorni scorsi dai rappresentanti di paesi amici, in primo luogo ma non solo europei, convenuti a Roma per rendere omaggio al nuovo Pontefice. Dalle consultazioni che ho condotto ieri e l’altro ieri con esponenti di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, già nel passato scese in campo o di nuova formazione – partiti, movimenti, liste – ho tratto il senso di una larga condivisione della necessità istituzionale di fondo che ho ricordato. Diverse sono state naturalmente le indicazioni che mi sono state prospettate circa il modo di risolvere la crisi di governo e di aprire senza indugio il confronto in Parlamento sulle questioni che sono state al centro delle preoccupazioni e delle scelte dei cittadini elettori. Non si può ignorare la vastità e acutezza del malessere sociale che si è manifestato nel voto, insieme con l’asprezza dell’insoddisfazione e della polemica nei confronti del sistema dei partiti e dei vigenti meccanismi politico-istituzionali. Di qui istanze di radicale cambiamento che mi sono state manifestate dal “Movimento 5 Stelle”, confortato da un rilevante successo elettorale. Altre, importanti forze politiche hanno, nel corso delle consultazioni, espresso a loro volta una volontà di deciso cambiamento da perseguire attraverso riforme solo avviate o da tempo invano attese. Ma non tocca certo a me vagliare piattaforme programmatiche, su cui dovranno pronunciarsi partiti e gruppi parlamentari nelle prossime discussioni finalizzate alla formazione del governo. A tutti, credo di poter dire, è apparsa chiara la portata delle sfide da affrontare. In considerazione di ciò, si è ricavata – da parte della coalizione guidata dall’on. Berlusconi ma anche da parte di altri – l’esigenza di un governo di vasta unione, che conti innanzitutto sulle due maggiori forze parlamentari, ovvero – come si dice in linguaggio europeo – di grande coalizione. Ma le difficoltà a procedere in questo senso sono apparse rilevanti: per effetto di antiche e profonde divergenze e contrapposizioni, che si erano attenuate nel corso del 2012 in funzione del sostegno al governo Monti ma sono riesplose con la rottura di fine anno. È un fatto che, se si erano realizzate importanti convergenze, ad esempio con la riforma dell’art. 81 della Costituzione, sono rimaste bloccate proposte pur concordate di modifica di varii punti della seconda parte della Carta e intenzioni dichiarate di riforma della legge elettorale. Peraltro, anche negli scorsi anni, caratterizzati da una dialettica bipolare tra coalizioni di governo e di opposizione, avevo sempre messo in luce l’esigenza di larghe intese tra gli opposti schieramenti su scelte di interesse generale, da quelle relative a garanzie di equilibrio istituzionale alle riforme del sistema politico-costituzionale, agli impegni di politica europea, internazionale e di sicurezza. Insisto sulla necessità di larghe intese di quella natura, a complemento del processo di formazione del governo che potrebbe concludersi anche entro ambiti più caratterizzati e ristretti. Occorrerà comunque – per salvaguardare la posizione dell’Italia e anche per rafforzarne l’assertività e capacità di spinta innovativa nel concerto europeo – forte spirito di coesione nazionale. Al di là di quelle che potranno essere normali dialettiche maggioranza di governo/opposizione. Anche quella parte della popolazione che più soffre per la crisi economica e sociale e che più sollecita cambiamenti effettivi è interessata allo sviluppo di confronti concreti e costruttivi, piuttosto che a scontri totali e paralizzanti. Si parta intanto con l’impegno a far nascere un nuovo governo. Ho ripercorso la prassi costituzionale quale si è venuta consolidando ed evolvendo per ciò che concerne il procedimento volto alla formazione del governo. Come ha scritto un autorevole studioso e interprete della nostra Legge fondamentale (Enzo Cheli), “particolare stringatezza” presenta in essa “la disciplina relativa alla nomina del Presidente del Consiglio, che la Costituzione subordina soltanto al fine della formazione di un governo in grado di ottenere la fiducia delle Camere”, consentendo quindi al Capo dello Stato – specie in assenza di risolutivi risultati elettorali – la necessaria discrezionalità anche attraverso la creazione di diverse figure di incarico. Dinanzi alla complessa articolazione delle posizioni emerse nelle consultazioni, sono giunto alla conclusione che il destinatario dell’incarico, nei termini che preciserò, vada individuato nel capo della coalizione di centro-sinistra, da essa designato anche con una procedura di partecipazione democratica nella persona dell’on. Bersani. Tale coalizione, avendo ottenuto – sia pure grazie a un margine di vantaggio assai ristretto sulla coalizione di centro-destra – la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e una posizione di maggioranza relativa al Senato, è obbiettivamente in condizioni più favorevoli per ricercare una pur difficile soluzione al problema del governo, attraverso tutti gli opportuni contatti con le altre forze politiche rappresentate in Parlamento, e non solo con esse. Ho pertanto conferito – in continuità con eloquenti, appropriati e non lontani precedenti – all’on. Pierluigi Bersani l’incarico di verificare l’esistenza di un sostegno parlamentare certo, tale da consentire la formazione di un governo che ai sensi del 1° comma dell’art. 94 della Costituzione abbia la fiducia delle due Camere. Egli mi riferirà, sull’esito della verifica compiuta, appena possibile. GIORGIO NAPOLITANO

lunedì 18 marzo 2013

Cari Padri ...

...in Italia la questione di fiducia è solo un istituto della forma di governo parlamentare riservato al Governo, non previsto in Costituzione, ma disciplinato, per ovviare e per trovare un mezzo antiostruzionistico, dai regolamenti interni di Camera e Senato nonchè dalla legge n. 400/1988. Nella realtà di tutti i giorni, noi tutti e per noi stessi, pretendiamo la fiducia ma quanti sono disposti a concedercela? ... rispondetevi da soli. E' vero! Nel regolamento del movimento cinque stelle è praticamente previsto che la "fiducia" possa venire meno e lo stesso Grillo in pubblico mise in cantiere che un dieci per cento potesse tradire. Tutto questo oggi può costare molto ai fini ideologici e pratici e destare al mattino, nella cruda e violenta vita di tutti i giorni, tutti quelli che durante la notte avevano vissuto, come realtà, un sogno da favola. L'art. 67 della nostra COSTITUZIONE recita: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato" ed il primo capoverso dell'art. 68: "I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni". Può essere che qualche uomo d'Italia stia ancora fra le braccia di Morfeo ed al suo risveglio troverà che l'amata Nazione ha risolto i suoi problemi sia politici che Istituzionali che soprattutto di sopravvivenza. Il tutto per un "Movimento" che si pensava potesse aiutare a risolvere un male atavico ed invece per un fatale e non strano movimento nel "Movimento" ecco il riacutizzarsi estremo ed irreversibile del male di sempre. Un ricordo: i sinistrini di sempre facevano firmare dimissioni in bianco, quanto di più anti democratico, ma è servito a fondare e rafforzare sempre più la storica compattezza. Adesso cosa ancora ci aspetta? Ovviamente il mandato da parte del Presidente della Repubblica per l'eventuale formazione del Governo e la susseguente fiducia (?!?) che anche se non dovesse essere concessa ci porterebbe a "beneficiarci" di un Governo non approvato ma che si prenderebbe cura dell'ordinaria amministrazione sine die. Elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Dato che è andata come tutti sanno, che la primavera atmosferica tarda, che il freddo e l'umidità incalzano, che la sciatalgia e la cruralgia ci attanagliano, speriamo che questo strano movimento incompiuto non ci porti anche il colpo della strega. Non ci resta che sperare nell'elezione di Papa Francesco nostro Presidente ... ma non è cittadino d'Italia. ... e se lo Spirito Santo donasse mezza aureola a Grillo e mezza a Casaleggio? Preghiamo gente. Preghiamo.

sabato 16 marzo 2013

I sinistrini partoriscono le ISTITUZIONI ...

Dopo ore di travaglio notturne con molte complicazioni come cordoni .. a tanti colli e rotture .. di acque già tempestose ecco il primo vagito nella Camera di tutti: la sellina Laura Boldrini. Non finisce qui .. ridoglie e sembrerebbe che in fondo ma proprio in fondo alla vagina della sinistra universale si presenti un gemello ma per una strana Scelta Civica si potrebbe avere anche un altro nascituro, già navigato nelle acque di una mamma .. destra. I servizi non segreti comunicano tramite un silenzioso dispaccio orale: attenzione ai "Pirati Italiani" .. non tutti daranno una mano alla loro "cosa". Chi sarà il secondo genito? Soprattutto chi sarà il padre? Verrà riconosciuto? E Dio disse: "ECCO L'UOMO" .. e l'uomo fu.